Doppelfernrohr 10x80 - 20° Carl Zeiss Jena, Ohne Trockenpatrone Modell, Kriegsmarine, circa 1939

Doppelfernrohr 10x80 - 20° Carl Zeiss Jena, Ohne Trockenpatrone Modell, Kriegsmarine, circa 1939

Doppelfernrohr 10x80 - 20° prodotto dalla Carl Zeiss di Jena, nel 1939 circa, destinato alle batterie contraeree installate sulle navi da guerra della Kriegsmarine.
Questo doppelfernrohr nacque dall'esigenza di poter disporre di un'ottica che permettesse l'individuazione di velivoli nemici in lontananza con estrema prontezza e precisione. Grazie ad un campo visivo di 122 metri ad una distanza di 1000 metri, nonchè ai 20 gradi d'inclinazione degli oculari (a differenza degli 80 gradi della precedente versione) si potè disporre di un binocolo che permise non solo elevate prestazioni in campo visivo, ma apportò all'operatore una posizione di osservazione più naturale, destinata a prolungare i tempi di visione senza stancarsi facilmente.
Il binocolo è dotato di un meccanismo per l'inserimento dei due filtri (uno arancione ed uno grigio scuro) grazie ai quali è possibile, sia la visione diurna, sia la visione con scarse condizioni di luce.
La produzione di questo Modello perfezionato, iniziò a partire dal 1943, dovuta alle pressanti esigenze militari tedesche di poter disporre un'ottica che andasse ad ottemperare compiti di avvistamento e rilevamento senza che da esso scaturissero problemi, dovuti alla qualità tecnica strutturale sino ad allora riscontrati sui primi esemplari, i quali compromisero la piena funzionalità dello stesso in condizioni d'uso bellico.
Era fondamentale l'utilizzo a Bordo delle Navi di un Binocolo che avesse una perfetta tenuta a prova di infiltrazioni e conseguenti gravi appannamenti delle ottiche.
Per le cause sopracitate, la Kriegsmarine decise di affidare il progetto, su licenza Zeiss, per la realizzazione del Doppelfernrohr 10x80 - 20° campo visivo 7° 122 metri a 1000 metri, ad altre tre aziende, al fine di ottimizzare al meglio la tenuta stagna: furono contattate appunto la "Voigtländer & Sohn A.-G Braunschweig" (ddx), "Optische Praezisions-Werke of Warsaw" (eug) e l'Italiana "Ducati" di Bologna cui fu assegnato il codice "mlr".
Fu proprio grazie all'invenzione del sistema di pressurizzazione mediante due valvole per l'introduzione dell'aria compressa al suo interno, ideato dall'Italiana Ducati nel 1942, a far si che tutti i problemi sino allora riscontrati sulla prima produzione, finissero.
Posta accanto all'oculare destro si trova la targhetta riportante tutte le specifiche, mentre sotto gli oculari è presente la lettera "T", in lingua tedesca "Transparenzbelag", che sta ad indicare che le lenti sono rivestite da un trattamento antiriflesso, il quale migliorò dell'80% la trasmissione di luce negli obiettivi. Questo sistema fu sviluppato e brevettato il 1° Novembre 1935 da Aleksander Smakula, membro dello staff Zeiss di Jena dal 1934.
Le condizioni di conservazione sono eccellenti, la visione è perfettamente nitida e collimata e tutti i meccanismi funzionano perfettamente.


La Carl Zeiss prende il nome dal suo fondatore, Carl Zeiss, che il 17 Novembre 1846 scelse come sede della sua fabbrica di apparecchi ottici di precisione la piccola città di Jena, nella Turingia.
Grazie al severo controllo di qualità che Carl Zeiss impose ai suoi prodotti, arrivando personalmente a distruggere i microscopi che non passavano i test, la neonata Zeiss divenne fornitrice ufficiale dell'Università di Jena e ricevette nel 1861 la medaglia d'oro dell'esposizione industriale della Turingia come migliore strumento per la ricerca prodotto in Germania, assegnato al microscopio Stand I del 1857.
Nel 1866 venne prodotto il millesimo microscopio e il nome Zeiss divenne conosciuto in tutti i circoli scientifici europei. Grazie agli studi sul prisma di Porro, nel 1893 Abbe brevettò un binocolo a doppio prisma, che accentuava la percezione della profondità.
La produzione in massa di binocoli Zeiss iniziò nel 1894, già agli inizi del Novecento ne furono realizzati più di 30.000, agli inizi della prima guerra mondiale la quota era salita a 500.000 e, alla fine della seconda guerra mondiale, furono prodotti ben 2.260.000 binocoli per il mercato civile e militare.
Grazie agli studi condotti sulla percezione della luce in situazioni di scarsa luminosità, venne dimostrato che la dilatazione media della pupilla in un adulto è di circa 7 mm. Per questo motivo fu introdotto nel 1910 il modello 7x50 mm, rimasto sul mercato fino al 1917 con poche modifiche sui materiali utilizzati. Nel 1926 in seguito alla crisi post bellica della prima guerra mondiale con il trattato di Versailles che mandò in fallimento molte e importanti aziende tedesche La Zeiss acquistò la "C.P. GOERZ" e fondò nel 1926 la Zeiss Ikon.
Nel 1937 la Zeiss aveva contatti commerciali e stabilimenti sparsi in più di 29 nazioni nel mondo. Dal' 33 la Zeiss acquistò interesse da parte del regime nazista, che bilanciò la produzione verso gli strumenti militari. Produsse con successo binocoli con ottiche grandangolari per uso militare, sistemi ottici resistenti alla pressione per gli U-Boot, binocoli a periscopio per il puntamento dei carri armati. Inoltre macchine fotografiche Zeiss furono montate sulle V2 per operazioni di telerilevamento delle coste inglesi.
Il 1º Novembre 1935 la Zeiss, nella figura di Alexander Smakula, brevettò un procedimento per il trattamento dei vetri ottici dallo straordinario risultato in termini di trasmissione della luce. Rimasto segreto militare fino al 1939 fu adottato sui binocoli per ridurre le immagini fantasma e le riflessioni interne.
Durante la seconda guerra mondiale, numerosi furono i bombardamenti contro le fabbriche Zeiss. Jena venne bombardata diverse volte dagli Alleati a partire dal 1944. Stoccarda venne rasa al suolo, anche se la fabbrica della Contessa-Nettel subì pochi danni. Il bombardamento di Dresda, oltre a devastare la città, provocò danni notevoli anche alla sede della Zeiss Ikon.
Il 13 Aprile 1945 le forze militari americane entrarono a Jena, sorprendendosi di come i bombardamenti non avessero provocato danni importanti. Il planetario principale era in rovina, mentre le fabbriche rimasero operative.

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