Binocolo 7x50 modello GLAUCO, prodotto
dalle Officine Galileo, per la Regia Marina nel 1939 circa.
Inciso sulla parte oculare destra:
R.M. – A 0859 – Glauco 7x50, mentre sulla parte sinistra vi è riportato
il logo delle Officine Galileo.
Il binocolo si presenta in ottime condizioni,
la visuale è molto luminosa e nitida, e la collimazione perfetta. All’interno dell’oculare
destro è presente il reticolo. La messa
a fuoco è morbida e precisa.
Fu assegnato ed utilizzato dagli ufficiali con ruolo
di comando.
La fondazione della società risale al 1862,
ad opera dell'astronomo e
costruttore di strumenti Giovanni Battista
Amici, noto scienziato del tempo, "abile ottico e meccanico",
che era giunto a Firenze nel 1831 chiamato dal Granduca Leopoldo II con l'incarico di
dirigere “La Specola” ed il Museo di Fisica.
Amici per superare le difficoltà
ed i costi di approvvigionamento di strumenti scientifici, oggetti per i quali,
data la carente struttura industriale, il Granducato dipendeva
fortemente dalle importazioni, decise di avviare un'officina che nel 1864 avrebbe assunto il nome di
"Officina Galileo". Alla morte di Amici nel 1863 l'officina attraversa un
periodo di crisi, che venne superato grazie al successore di Amici, lo
scienziato pisano Giovanni Battista
Donati con l'aiuto di Angelo Vegni altro scienziato.
Dopo la morte
di Donati nel 1873, la produzione
si estese a strumenti elettrici, di illuminazione. Erano a quell'epoca
impiegati quaranta operai specializzati.Inizialmente i laboratori erano
ospitati negli edifici dell'Istituto Tecnico Toscano poi nel 1870 furono trasferiti in un
nuovo locale presso la barriera delle Cure nell'allora
periferia d Firenze. Gli ottimi strumenti prodotti furono adottati dagli
osservatori di Arcetri, di Asiago e di Merate.
Nel 1875 con l'acquisto del terreno
su cui sorge l'officina, A. Vegni resta l'unico proprietario dell'officina, ma
con la sua morte avvenuta nel 1883 l'Istituto
Agrario riceve in eredità l'Officina Galileo e a causa del disinteresse
dell'Istituto Agrario la Galileo attraversa un periodo di profonda crisi
economica.
Nel 1895 viene
costituita una società in accomandita,
con Accomandatario è l'Ingegner Giulio Martinez e accomandante l'Istituto
Vegni. La nuova società che mantiene la denominazione Officina Galileo
iniziando l'attività il 1º Luglio 1896 e
avviò in tale la produzione di strumenti ottici per la Regia Marina, in particolare periscopi e telemetri, produzione che
sarebbe continuata per tutta la seconda
guerra mondiale.
Nel 1899 l'Istituto
Agrario Vegni, si ritira dalla società cedendo la propria quota.
Il 17 Marzo 1907 l'assemblea generale degli
azionisti ha deliberato lo scioglimento della Società e il 4 Aprile successivo
costituisce la Società anonima per azioni Officine Galileo. Uno dei due
vicepresidenti del C.d.A. fu
lo scienziato Guglielmo Marconi. Nel Luglio dello stesso anno venne acquistato
un appezzamento di terreno a Rifredi e nel Maggio 1909 è iniziato il trasferimento
dei macchinari nello stabilimento di Rifredi dove il 27 Settembre dello stesso
anno è iniziata la regolare attività delle Officine Galileo.
Tra il 1909 e il 1911, viene costruito il primo padiglione
produttivo meccano tessile a Rifredi denominato “M” ed è costituito da un primo
nucleo, avente una tipologia strutturale a campate in ferro e vetro con
pilastri in ghisa, e da un ampliamento successivo in calcestruzzo armato,
realizzato fra il 1914 e il 1918.
Gli ultimi ampliamenti,
eseguiti a ridosso della prima guerra mondiale, riguardano gli alloggi per gli
operai e i locali per la mensa. Superata la crisi, a causa della prima guerra
mondiale, il periodo di maggior fulgore per la “Galileo” è quello fra le due
guerre grazie alle grandi commesse per la Regia Marina.
Nel periodo bellico gli
occupati nello stabilimento di Rifredi erano oltre 8000 e l’antenna dei primi
radar installati sulle navi italiane era di realizzazione delle Officine
Galileo, così come le centrali di direzione del tiro e i telemetri
stereoscopici. Terminata la guerra, l’Azienda si trovò pesantemente penalizzata,
con molti macchinari che alla fine del 1943 erano
stati trasferiti nel Nord Italia, gli Alleati che
avevano pesantemente bombardato tutto il quartiere di Rifredi, con interi
reparti dell'Officina distrutti ed i
Tedeschi in ritirata che avevano fatto saltare buona parte dei
macchinari rimasti.
L’attività produttiva, dopo la guerra, venne autorizzata
dagli Alleati solo per la realizzazione di prodotti non strategici. Il problema
della conversione delle attività da militari a civili fu però affrontato e
risolto grazie alle esperienze acquisite in un gran numero di settori, per cui
nel 1945 venne preparato un
piano di sviluppo che privilegiava le produzioni civili e, ancora una volta i
settori di attività furono vastissimi, andando dalla strumentazione elettrica
agli apparati per l’alto vuoto e
in particolare venne sviluppata la produzione di macchine e telai per l’industria
tessile anche per la presenza della vicina Prato che
alla fine della guerra si trovava con oltre il 40% dei macchinari e delle
fabbriche tessili distrutte.
Attualmente con il
passaggio della proprietà a Finmeccanica avvengono ulteriori grossi cambiamenti,
in quanto viene deciso che il Core
business dell'Azienda dev'essere concentrato nei settori militare e
spaziale, per cui altri settori, nei quali comunque la "Officine
Galileo" era leader
mondiale vengono ceduti.